Stevens |
Anno di fondazione: 1930
Periodo di attività: 1950-56
Sede: (USA)
Responsabile: Myron Stevens
Periodo di attività: 1950-56
Sede: (USA)
Responsabile: Myron Stevens
Risultati:
GP disputati: 7
Partecipazioni: 7
Vittorie:
Pole Position: 1
Giri più veloci:
Hat Tricks:
Podii:
Migliore prestazione in prova: PP
INDY 1955 - Hoyt (Robbins)
Migliore prestazione in gara: 8°
INDY 1953 - McCoy (Chapman)
Team affiliati
Redmer (1950-51/1953)
Belanger (1950)
Glessner (1950-52)
Karl Hall (1950-51)
Ansted (1952-53)
Chapman (1952-54)
Robbins (1954-56)
Motori utilizzati
Offenhauser (1950-56)
Progettisti
Myron Stevens
GP disputati: 7
Partecipazioni: 7
Vittorie:
Pole Position: 1
Giri più veloci:
Hat Tricks:
Podii:
Migliore prestazione in prova: PP
INDY 1955 - Hoyt (Robbins)
Migliore prestazione in gara: 8°
INDY 1953 - McCoy (Chapman)
Team affiliati
Redmer (1950-51/1953)
Belanger (1950)
Glessner (1950-52)
Karl Hall (1950-51)
Ansted (1952-53)
Chapman (1952-54)
Robbins (1954-56)
Motori utilizzati
Offenhauser (1950-56)
Progettisti
Myron Stevens
Cenni storici
Myron Stevens inizia nei primi anni venti la sua carriera come costruttore presso la Harry Miller Manufacturing Co. con la mansione di capo del reparto telai e carrozzeria. Tra le tante vetture prodotte a lui si devono le vetture Miller vincitrici delle edizioni 1923, 1926, 1928 e 1929 della 500 Miglia di Indianapolis. Nel 1927 viene chiamato da Frank Lockhart per costruire la carrozzeria della sua "Stutz Black Hawk" innovativa vettura aereodinamica da record di velocità su terra, impresa sfortunata però che costerà la vita allo stesso Lockhart. Nello stesso anno lascia l'impiego da Miller per aprire una sua attività in proprio dove si specializza nel costruire ed assemblare per lee corse i più svariati telai, da Miller a Duesenberg. Negli anni trenta sono numerose le vetture in cui Stevens ha impresso il suo marchio di fabbrica avvalendosi a volte dell'importante collaborazione di valenti progettisti e capomeccanici come Herman Rigling, Louis Schneider, Brett Riley, Clyde Adams e altri. Nel 1930, dal secondo al sesto posto alla 500 Miglia di Indianapolis tutti avevano il telaio Stevens. Nell'edizione 1931 la Stevens "Bowes Seal Fast" di Schneider si aggiudica la corsa, corsa in cui Myron stesso, in veste di pilota, condivide con Louis Meyer il quarto posto finale. Myron in pista è stato anche meccanico di corsa di Wilbur Shaw nel 1935 e 36 e di Bob Swanson nel 1937. Nel 1936 Lou Meyer sulla "Ring Free" regala a Stevens la seconda ed ultima vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis.
Nel 1938, con l'avvento a Indy della formula Gran Premio, Myron assembla non meno di quattro nuove auto tutte con specifiche diverse dettate dal tipo di motorizzazione, dalle esigenze della clientela e utilizzo in pista. Alcune di queste creazioni, come la "Belanger Special" del 1938 saranno presenti anche nelle edizioni Indy dell'immediato dopoguerra. Nel 1947 Stevens lavora su alcuni suoi vecchi progetti come la Palmer (una ricostruzione della Miller-Hartz del 1936), e la "Preston Tucker Partner" con motore Lencki che ritroveremo come "Redmer Special" nei primi anni cinquanta. Nel 1948 lavora su altri progetti come la Hall del 1948 (una ricostruzione della Miller-Schofield del 1930), la Nyquist (una ricostruzione della Shaw del 1936) e una vettura per Murrel Belanger. Nel 1952 realizza due vetture, una per Harry Allen Chapman e una per William B. Ansted e nel 1954 la Stevens "Jim Robbins Special" che a Indy con Cal Niday si classificherà al decimo posto a Indy e l'anno seguente conquisterà con Jerry Hoyt una sorprendente pole position, in gara però è costretto al ritiro per una perdita d'olio.
Nel 1956 l'ultima apparizione di una Stevens a Ind: Cliff Griffith conclude la gara al decimo posto.
Nel 1938, con l'avvento a Indy della formula Gran Premio, Myron assembla non meno di quattro nuove auto tutte con specifiche diverse dettate dal tipo di motorizzazione, dalle esigenze della clientela e utilizzo in pista. Alcune di queste creazioni, come la "Belanger Special" del 1938 saranno presenti anche nelle edizioni Indy dell'immediato dopoguerra. Nel 1947 Stevens lavora su alcuni suoi vecchi progetti come la Palmer (una ricostruzione della Miller-Hartz del 1936), e la "Preston Tucker Partner" con motore Lencki che ritroveremo come "Redmer Special" nei primi anni cinquanta. Nel 1948 lavora su altri progetti come la Hall del 1948 (una ricostruzione della Miller-Schofield del 1930), la Nyquist (una ricostruzione della Shaw del 1936) e una vettura per Murrel Belanger. Nel 1952 realizza due vetture, una per Harry Allen Chapman e una per William B. Ansted e nel 1954 la Stevens "Jim Robbins Special" che a Indy con Cal Niday si classificherà al decimo posto a Indy e l'anno seguente conquisterà con Jerry Hoyt una sorprendente pole position, in gara però è costretto al ritiro per una perdita d'olio.
Nel 1956 l'ultima apparizione di una Stevens a Ind: Cliff Griffith conclude la gara al decimo posto.
Stevens "Preston Tucker Partner" (1947)
Questa vettura nasce dalla volontà di Joe Lencki di promuovere i propri motori nella spettacolare cornice di Indianapolis. Con l'apporto economico della Preston Tucker Partner questa Stevens motorizzata Lencki con Charles Van Acker alla guida si qualifica alla 500 Miglia ma è costretto al ritiro dopo pochi giri. Pochi mesi dopo, sempre sulla Stevens, ottiene la sua unica vittoria nel campionato AAA, vincendo la gara sull'ovale sterrato del Wisconsin State Fairgrounds. Nel 1948 la vettura viene acquistata da Walter Redmer proprietario del South Bend Motor Speedway che la dota di un motore Offenhauser e di nuovo con Van Acker alla guida si qualifica con il dodicesimo tempo mentre in gara concluderà undicesimo assoluto. Nel 1949 iscritta da Walter Redmer e Geneva Van Acker, moglie di Charles Van Acker, la Stevens Offenhauser si qualifica in ventisettesima posizione e in gara si ritirerà dopo pochi giri per un incidente. Nel 1950 di nuovo guidata da Van Acker non riesce a superare le sessioni di qualificazione e lo stesso avverrà nel 1951, iscritta da Redmer come "Elgin Piston Pin Special" con alla guida Doc Shanebrock non riuscirà a qualificarsi.
Stevens "Belanger Special" (1948)
Nel 1948 Stevens costruisce per la 500 Miglia una nuova vettura per Murrell Belanger, l'auto rifinita in blu e oro e denominata "Belanger Motors Special" è guidata da Tony Bettenhausen che già l'anno precedente aveva guidato una Stevens Belanger a Indy concludendo al diciottesimo posto. In questa occasione il pilota non va oltre un quattordicesimo posto finale. Nel 1949, la Belanger con Duane Carter alla guida, si qualifica ottimamente in quinta posizione e in gara termina quattordicesimo dopo essere finito in testacoda a causa di problemi allo sterzo. Nel 1950, per la 500 Miglia di Indianapolis, Belanger sostituisce il propulsore Offenhauser da 270 pollici cubi con una versione sovralimentata da 176 pollici cubi. Con Carter nuovamente alla guida la vettura si qualifica al tredicesimo posto in griglia mentre in gara si classificherà al dodicesimo posto. Dopo Indianapolis la vettura viene utilizzata per le riprese del film ambientato nel mondo delle corse "To Please A Lady" con Clark Gable e Barbara Stanwyck. In seguito sulla vettura venne di nuovo rimontato l'Offenhauser da 270 pollici ma non venne più utilizzata in corsa da Belanger.
Stevens "Karl Hall Special" (1950?)
Stevens "Glessner Special" (1950?)
Stevens "Chapman Special" (1952)
Nel 1951 Harry Allen Chapman commissiona a Stevens la costruzione di una vettura per Indy. A seguito di un diverbio scoppiato tra Chapman e Stevens la costruzione dell'auto venne trasferita nel negozio-officina di Frank Kurtis per essere ultimata dal capomeccanico di Chapman, Art Simms. L'auto riesce a qualificarsi in tutte e tre le edizioni della 500 Miglia in cui ha partecipato. Con Bill Schindler al volante nel 1952 termina quattordicesima, l'anno seguente con Ernie McCoy conclude ottava e nel 1954 finisce diciottesima guidata da Ed Elisian e Bob Scott.
Stevens "Ansted Special" (1952?)
Stevens "Jim Robbins Special" (1954)